Respira questa Libertà!

E’ più di un anno che non scrivo e questo mi fa male, forse.
Con il tempo ho sempre pensato che il bisogno di scrivere si facesse vivo autonomamente quando ne avevo più bisogno. Forse non è così. Ci vuole uno spazio e un tempo per scrivere, oltre a qualcosa su cui riflettere.

Oggi è stata una bella giornata, di una bella settimana, di un bel mese, di un anno favoloso. Tutto sta andando proprio come deve. C’è un MA.

MA se fino a ieri avrei pensato alla tempesta dopo l’arcobaleno, questa volta no. Questa volta credo che la vita debba andare così, ci debba essere questa bellissima sensazione di tranquillità, di felicità, di benessere. Un sentimento da supereroe in corpo, una forza che urla “puoi tutto, avrai quello che adesso brami“.

Se ho imparato qualcosa, ho imparato che il segreto della vita è la costanza.
Se ci pensate, serve in tutti i campi. È solo che spesso vogliamo tutto subito, vogliamo dimagrire dopo 3 giorni dieta, vogliamo un 30 in un esame con 2 pomeriggi di studio, vogliamo che le persone si fidino di noi dopo poche ore.
Vogliamo, vogliamo, vogliamo.
Dobbiamo lottare. Dobbiamo lavorarci. Dobbiamo anche avere delle botte di culo e dobbiamo vedere le sfortune come dei nuovi inizi. È difficile ribaltare la visione del bicchiere dal mezzo vuoto al mezzo pieno ma con la costanza è un esercizio che da dei buoni frutti.

Comunque dopo questa premessa mi prometto di usare la scrittura come mezzo di sfogo più spesso, anche per piccole cose. Non voglio più aspettare di riempire il vaso e poi esagerare. Vorrei essere, anche qui, più costante.

Stamattina mi sono fermato con lo scooter, ho scattato questa foto, dopo una bella sessione di shopping, mentre tornavo a casa pensando al concerto di Pink che vedrò sabato prossimo, mentre sorridevo per la fine degli esami: sono felice!

RESPIRA QUESTA LIBERTA’ FRANCESCO!

FAMIGLIA.

è iniziato tutto così.
Dopo qualche saluto:
– Da quanto tempo non ci vediamo?
Credo 15 anni..
– …forse 20.

Un invito a un matrimonio di famiglia. Una Zia che ha sposato uno Zio che era, in ogni caso, già Zio.
Un treno verso Milano, un cuore con spazio per nuove emozioni, una testa incosciente di riflessioni con echi potenti e sonori, colpe da attribuire, ammende da fare.

…ma partiamo analizzando la cosa più facile: le colpe da attribuire agli altri. Vi siete allontanati da loro. Vi siete e ci avete fatto costruire la nostra vita lontano. Abbiamo per qualche periodo mantenuto i rapporti a distanza ma la quotidianità, l’esserci, il vivere insieme, non mi è stato possibile. Il tuo carattere scontroso papà, le tue debolezze mamma, in un misto fritto che ci ha portato a crescere senza una zia da chiamare per un problema, senza un cugino con il quale confrontarci, senza un sentimento che ieri ha fatto sentire la sua mancanza. Quel sentimento chiamato famiglia, quell’emozione di viversi e di costruire ricordi dei quali sorridere e piangere. Quel vuoto di forse 20 anni che mai e poi mai potrà essere dimenticato ma di cui l’eco parla: una voce di un ricordo urlato che torna indietro, ti investe e ti tramortisce. Quell’eco che ti torna davanti al viso e ti urla tutto quello che non sai, tutto quello che è successo e in cui non c’eri, quel vuoto che torna e ritorna.

Così da ieri non penso ad altro che a quello che poteva essere e che non è stato.
Non penso ad altro che a quel vuoto di quell’emozione chiamata Famiglia.
Un’emozione che smuove le persone a fare cose assurde, poeti e letterati a scrivere.
Quell’esserci l’un l’altro, quell’organizzare una cena o qualsiasi altra cosa…
solo per stare insieme.

E poi ad un tratto non sono più bambino e le mie colpe me le prendo anche se è difficile che cresca la pianta se non metti il seme sotto la terra, se non lo innaffi, se non ha il sole… e poi i ricordi, l’idea che il tempo non sia passato se non in positivo, mi ha schiaffeggiato. Ieri si è preso gioco di me. Ieri mi ha fatto piangere di fronte a un ricordo di una persona che era un’esplosione di forza e che adesso per la maledetta genetica, fa fatica a parlare.
Ho capito il senso delle fotografie di famiglia che si fanno ai matrimoni.
Ho capito cosa vuol dire guardare una foto e piangere.
Ho capito le colpe e gli errori.
Ho capito che ci sono cose che capitano e non puoi fare nulla.
Ho capito cosa voglia dire sentirsi impotenti.
Ho capito come un abbraccio possa essere tutto quello che hai da dare anche se

…anche se ho ancora gli occhi lucidi, la voglia di urlare e arrabbiarmi… ma con chi? e per cosa? e poi? Il vuoto rimane vuoto. I ricordi non ci sono. Puntare il dito è solo mettersi una maschera davanti alla faccia.

Poi penso che ieri un ricordo lo abbiamo creato. Le emozioni provate ci sono state perché le sento ancora dentro che urlano, cercando pace, cercando la loro collocazione tra il bene e il male. Ripenso, penso e analizzo… gli occhi diventano lucidi ancora.

Ieri, in ogni caso, ha vinto sempre e comunque l’Amore: il prendersi cura dell’altra persona più che di stessi, quell’Amore che da 1 a 10 vale 100, l’esserci…

perché è l’Amore che rende tutto così speciale.

r + l

Imperfetto.

Mi ritaglio un momento per me, per scrivere come mi sento.

Ho pensato a vari argomenti da imprimere sulla carta in questo periodo ma oggi mi si è accesa una lampadina.

Mi sono sbagliato. Ora dico che è stata la mia mente a farmi entrare in quel tunnel ma credo che, come in tutte le cose, ci sia una doppia faccia della moneta. Per carità, ammetto le mie colpe, i miei impegni, i miei “dai vabbè domani“, insomma.. accetto di avere delle colpe. Le focalizzo. Le analizzo. Mi scuso. Mi scuso perché ci credo in quello che dico, anche se ho sbagliato e non sono stato così bravo a prevenire.. ma sto curando.

Vorrei ma non posso tornare indietro. Avvisarmi del futuro. Allarmarmi.
Posso scusarmi. Posso cercare, non di trovare scuse ovviamente, ma di farti capire il mio punto di vista. Ecco. Il mio punto di vista spesso non coincide con l’altro ma di una cosa sono sicuro al mille per mille: peggio di una non risposta, di un’arrabbiatura, di una colpa, c’è il non voler capire chi hai davanti. Siamo grandi. Siamo persone mature. Posso tranquillamente capire tutti i punti di vista per i quali ci si arrabbia ma non possiamo fare finta di non capire chi abbiamo davanti.
Soprattutto se diciamo che quella persona ha un peso nella vita.

Tutte queste vogliono solo dire che siamo esseri umani e sbagliamo.
Forse ci sono persone che non sbagliano mai ma io sono imperfetto.

“Sbaglio spesso modi e tempi ma in fondo è tutto indicativo.”

Francesco

Una goccia del mare al giorno.

Amicizie.

Spesso nascono nei modi più inaspettati. Nasce un sentimento, un legame, una fiducia reciproca. Nascono serate improvvisate che sfociano in male alla mascella dal ridere. Nascono telefonate di ore&ore, conversazioni whatsapp infinite, ritardi perchè non smetti di sparare cavolate insieme. Forse è questa la potenza maggiore dell’amicizia, di trovarla dove e quando non credi ci sia.

..ma quando la medaglia si gira, quando pensi che non finirà mai, quando sei sicuro di poter contare su quella persona come se fosse sempre stata parte della tua vita, lì potresti perderla. Non dall’oggi al domani. Un pezzetto al giorno. Un pezzetto minuscolo al giorno. Una goccia del mare al giorno.
Cosa vuoi che sia una goccia del mare al giorno?
Un metro di paragone talmente insulso da farti ridere, un qualcosa che dici “vabbè, la chiamo domani”. Poi domani ancora. Poi la settimana prossima. Poi vediamoci.. ma non domani. No questo week end lavoro. No il prossimo ho la cena del lavoro. No. Non ora. No. Domani.

..è sempre con i domani, con i “non ora”, con i “sicuramente la settimana prossima eh”. La sensazione di perdita arriva dopo mesi&mesi. Forse quando è tardi, anche se speri che non sia così. Ti accorgi che il telefono squilla a vuoto e non ricevi né risposta, né una telefona indietro. Allora ti allarmi. Allora le gocce non sono più gocce, ci sei annegato in quella maledetta goccia. Hai perso, hai perso qualcosa di unico e raro, cerchi di capire come, quando, cosa, perché, ma l’unica sensazione che hai è quella di aver perso qualcosa.

In loop: The Fray – How to Save a Life

..between the lines of fear and blame,
you begin to wonder why you came..
where did I go wrong?
I lost a friend
somewhere along in the bitterness..


Francesco

goodbye duemiladiciassette

Potrei stare qui ore e ore e ore a raccontarvi le mie 2017 gioie di quest’anno che, dopo ore e ore e ore di riflessioni sintetizzerò con due semplici fotografie.

Premetto che negli ultimi anni ho sempre fatto un resoconto mensile fotografico ma ho deciso di rompere questa tradizione.
Mentre salto da un social all’altro dove leggo i vari giudizi sull’anno che si sta per chiudere.. bèh.. mi sento molto fortunato.
Non sono mancate le brutte notizie, le sfortune, le perdite, le porte chiuse, i momenti difficili, ma.. allo stesso modo ci sono state le belle notizie, le fortune, i guadagni, le porte aperte, i momenti facili.

L’anno passerà alla storia per l’anno in cui ho realizzato il sogno di sposarmi, di non vergognarmi del nostro Amore, di quello che siamo e che la persona che amo è un uomo.
Un Principe Azzurro decisamente migliore di quello delle favole!

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..e la seconda foto è una foto di gruppo.. ma forse la chiamerei più foto della mia vita perchè chi voleva esserci ci è stato, chi non ha potuto esserci ha trovato il modo di farlo lo stesso, chi non è voluto esserci – invece – ha deciso di uscire dalla nostra vita.

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Fotografie di Wilson Santinielli

Grazie duemiladiciassette!

Francesco

Definitivamente. (?)

Sono settimane che penso a questo blog..
A quante parole nere su sfondo bianco contenga, a quante volte ho spento tutto attorno a me per concentrarmi sulle parole.. per capire le mie emozioni.

Volevo cancellarlo. Ma poi mi dispiaceva.
Volevo aprirne un altro. Ma poi ho poco tempo.
Volevo rileggerlo. Ma alcune cose fanno ancora male.
Volevo nasconderlo. Ma non ha senso.
Volevo.. riprendere in mano la scrittura.

Prima di sedermi a fissare il cursore lampeggiante pensavo di avere molte parole da imprimere su questo foglio bianco e invece – adesso – sento quella sensazione stranissima per la quale i miei pensieri non sono cosi importanti.

Come sempre la fine dell’anno è arrivato. Un 2017 totalmente positivo.
Un 2017 da fare invidia alla gente, da avere come metro di paragone per i prossimi anni, da tenere stretto nel cuore.

..così oggi ritorno qui in maniera soft, con 170 parole, per augurarmi e augurarvi un anno nuovo pieno di emozioni, di gioie, di sorrisi, di lacrime, di tanti amici, di lavoro, di fortuna, di momenti.

Francesco

Un anno fa.

..il primo dei pochi buoni propositi che mi ero dato per il 2014 non l’ho rispettato. Mi ero ripromesso, a fine di ogni nuovo mese di scrivere il resoconto dei 30 giorni trascorsi. Bene. Siamo il 17 aprile e non ho scritto nulla. Bravo Francesco, B R A V O!
In ogni caso perché oggi.. oggi perché sono in ferie, per iniziare.
Oggi perché ho deciso di non passare la mattina a lavorare su photoshop per il mio secondo lavoro.
Oggi perché, oggi più che mai, sento come sono cambiate le cose in questi 365 giorni trascorsi. 
In questo momento, un anno fa, ero in fila al Bercy di Parigi, per ottenere un posto tra le prime file di un concerto meraviglioso, unico, emozionante e indescrivibile che ha depennato il sogno di avere foto uniche della mia P!nk. 
Un anno fa ero uno sbarbatello che investiva la sua vita in qualcosa che sapeva esistere ma di cui non aveva le prove sulla propria pelle.
Dopo il viaggio a Parigi sono successe tantissime cose che non starò qui a raccontare perché sarebbe troppo lungo e ho già una discreta fame.. ma comunque la svolta si ha nel periodo natalizio. Per essere parecchio precisi direi che tutto è iniziato il 21 dicembre. 
Non ho intenzione di iniziare una cronaca ora per ora, giorno per giorno, mese per mese..

Sintetizzerò soltanto dicendo che sono quasi 4 mesi di fidanzamento con il mio Principe Azzurro, 
sintetizzerò soltanto dicendo che ho incontrato la persona più dolce e protettiva di questo mondo,
sintetizzerò dicendo che mi sento l’uomo più fortunato del mondo,
sintetizzerò dicendo con certezza che amo e sono amato.

Immagine

2013

2013

365 giorni ricchi di emozioni bellissime, di ricordi indimenticabili, di nuove esperienze formative e stimolanti, di lacrime, di sorrisi, di fotografie.

365 giorni di concerti, di occasioni, di porte che si aprono, di persone che sono entrate, di stronzi che sono usciti.
365 giorni da Zio.
365 giorni da Tato di Edoardo, di Giovanni, di Cristian.
365 giorni di Amicizia con Alex, con la Cinzia, con l’Alice, con la Valentina, con l’Elisa, con la Giulia&Matteo, con la Bambi, con la Marica, con Alessandro, con Michele.. e con tanti altri indelebili nel cuore.
365 giorni del lavoro più bello del mondo con i miei bambini che mi fanno esplodere il cuore in ogni occasione.
365 giorni di Teo e Leo e di tutti i loro danni in casa.
365 giorni tra palestra e non palestra.
365 giorni di Classic e Buongiorno Classic.
365 giorni da Peter Pan con i miei giocattoli fotografici.
365 giorni di ricerca del Principe Azzurro.
365 giorni di “io lo so che non sono solo, anche quando sono solo, io lo so che non sono solo”.
365 giorni di sorrisi, di felicità, di esperienze che ti fanno crescere, di momenti belli.
365 giorni di uomini sbagliati che però dopotutto avranno il peggio delle loro vite e io glielo auguro.
365 giorni di “da domani sono a dieta”.
365 giorni di “da sabato non bevo più”.
365 giorni di shopping.
365 giorni di speranza, di fiducia nel destino.
365 giorni di Amore.
365 giorni alla scoperta di me.
365 giorni di crescita.
365 giorni che fanno il mio 26esimo anno.
365 giorni di sogni.
365 giorni da educatore.
365 giorni da fotografo.

365 giorni da pelle d’oca.
365 giorni di lacrime di felicità.
365 giorni positivi.
365 giorni.

A tempo indeterminato.

..partendo dal fatto che la colonna sono di questo nuovo articolo è Skinny Love cantata dalla dolcissima voce di Birdy (http://youtu.be/aNzCDt2eidg) potete già arrivare a capire senza doverlo mettere nero su bianco che sono un pochino triste.
Forse triste non è proprio la parola che racchiude alla perfezione il mio stato d’animo.. direi che preoccupato si addice di più.

Ogni settembre aggiorno il blog dicendo delle novità che questo mese mi porta.. e quando quest’anno avevo deciso di smetterla con le belle parole che poi faticano a diventare fatti, succedono delle cose e non puoi non pensare che qualcuno si stia divertendo alle tue spalle manovrandoti come il più buffo dei burattini. Le certezze cadono, si reagisce e si va avanti.

E’ un periodo davvero favoloso.. un periodo dove tanti tasselli del puzzle della mia vita stanno trovando un posto e un giusto incastro. Primo tra tutti il lavoro che è diventato a tempo indeterminato. Cavolo, prima del previsto.. una responsabilità ancora più grande di quella avuta fino adesso. Un contratto a tempo indeterminato. Queste parole mi risuonano in testa.. mi sembra quasi di essermi sposato, di aver detto “finché morte non ci separi“. A parte le cazzate ne sono veramente soddisfatto anche perchè me lo aspettavo ad agosto 2014 e soprattutto me lo aspettavo per forza di causa maggiore e non per meriti. 

Poi.. il mio hobby / lavoro fotografico procede. A scapito delle vacanze ho investito anche ulteriori nella mia attrezzatura ed è bello quando l’iPhone suona ricevere nuovi ingaggi.. nuove sfide.. nuove pillole di autostima che il tuo corpo digerisce quando consegni gli scatti e le persone ne sono felici. Così si susseguono matrimoni, serate in discoteca, ristoranti che vogliono aggiornare il loro sito internet, scuole di danza, festival di cantanti, ecc ecc.. La cosa più bella è che questa passione della fotografia brucia ogni giorno. Non c’è giorno che non mi dedichi alle mie foto. Che non pensi a nuovi progetti e a nuove sfide.

..e poi ho conosciuto un uomo. 38 anni. Bello. Dolce. Diverso. Diverso da me.
Un uomo che mi ha fatto sentire di nuovo le farfalle nello stomaco come non succedeva da veramente tanto tempo. Che mi ha fatto emozionare, avere la voglia di sentirlo e vederlo continuamente. Un uomo che mi ha messo davanti alla certezza che tutti gli uomini sbagliati della mia vita non mi hanno fatto perdere fiducia nell’Amore. Un uomo che non mi ha posto davanti certezze ma avventure. Un uomo che se anche uscisse dalla mia vita ora avrebbe un GRAZIE per avermi fatto emozionare (ovviamente accompagnato da lacrime di dispiacere.. dopotutto lo sapete come sono fatto). 
Ed è qui che ho capito di essere un malato Disney a tempo indeterminato. Una malattia dalla quale non ci si cura.

..e poi ci sono gli Amici. Quelli a tempo indeterminato. Quelli che ci sono a qualsiasi ora del giorno e della notte. Quelli che sono Amici con la A grandissima e che ti vogliono bene. Quelli con cui se anche ti scontri sai per certo che prima o poi tutto verrà sistemato e si andrà oltre. Quelli con cui passi le giornate e nemmeno te ne accorgi. Quelli che ti fanno vivere.

..e poi l’Amore della famiglia, che a un giorno prima di un anniversario che tutti vorrebbero cancellare, dovrebbe essere più forte ma che, ad alcune persone, non ha insegnato proprio nulla. Ma noi andiamo avanti da soli, con le nostre forze, perchè anche se tu Mamma non ci sei più e ci ha lasciato qui su questa maledetta terra senza di te, noi abbiamo reagito e abbiamo portato avanti le nostre vite, i nostri sogni e i nostri progetti. Perché è così che si fa. Si deve andare avanti. Si stringono i denti e si trattengono le lacrime.

..e quindi sto riflettendo su questo tempo indeterminato.. quante cose sono a tempo indeterminate? Perché rovinarsele con la preoccupazione che possano sparire? Che qualcuno le possa portare via?

Dopo tutto questo nero su bianco la mia Anima si calma.. la preoccupazione va via e lascia il posto a un sorriso.
Non tutti sono fortunati come me, non tutti hanno quello che ho io e che ho ottenuto con l’impegno che ci ho messo, non tutti hanno passioni che diventano sogni che si realizzano, non tutti hanno persone alle quali chiedere un passaggio quando la macchina si rompe e rimani bloccato, non tutti hanno sogni nel cassetto, non tutti credono all’Amore, non tutti hanno un Angelo a tempo indeterminato..